La nostra filosofia

                                        Sciencewatching

“Cammino, osservo con serena ma avida curiosità ciò che mi circonda in ogni istante, gli oggetti sembrano aprirsi davanti ai miei occhi come fossero libri di una immensa biblioteca e si trasformano in schemi, grafici, formule, numeri…

in tasca, tra le mie dita, una lente, un taccuino, una matita, per fermare qualcosa…

ho scoperto che mi diverte guardare il mondo da dentro, parlarne con altri come me…

non voglio rinunciarci… sarò uno SCIENCEWATCHER”

SW

Da Wikipedia:

“L’idea definitiva gli venne osservando alcuni bambini giocare a biglie per la strada: le palline, infatti, dopo aver attraversato  una pozzanghera, lasciavano dietro di loro una riga di fango uniforme e regolare. In conseguenza di ciò, Bíró inserì all’interno della punta una piccola pallina metallica che permetteva la distribuzione omogenea dell’inchiostro, con lo stesso principio che permetteva ai cilindri rotanti di stampare la carta dei giornali; il fratello György, invece, sviluppò la formula di un inchiostro a rapida asciugatura ma comunque di buona qualità. Era nata la penna a sfera: il 15 giugno 1938 i due fratelli crearono un primo prototipo soddisfacente e lo brevettarono in Ungheria e in Gran Bretagna…[4]

Ed inoltre, dallo stesso sito:

“…in Argentina si festeggia la «giornata degli inventori» il 29 settembre, suo giorno genetliaco, e gli è stato dedicato anche l’asteroide (327512) Biro, scoperto nel 2006….[4]

FSW

                                                                          15 giugno 2018      (Gli SW  Sciencewatchers del Fermi)

Il neologismo Sciencewatching è stato ideato presso il nostro istituto nell’anno 2000, quando il precedente “physicswatching”, termine da noi (gruppi L.A.S.E.R. e L.U.P.I. del Fermi) coniato nel 1997 per la nostra rivista “online” (che in realtà era un insieme di poche pagine in word concernenti fotocuriosità scientifiche, spedito a mezzo mail alle scuole medie circostanti) dell’epoca, era diventato stretto per contenere tutti i nostri interessi scientifici. Con tale termine indichiamo una sorta di filosofia di vita, forse una missione per chi viva nel e del mondo tecnico scientifico. Potrebbe definirsi quella spontanea, contagiosa, divertente, abitudine di accorgersi piacevolmente di quanta scienza (per azione antropica o per natura) permei ogni istante della nostra esistenza. “Sciencewatching”, significa quindi amore per la scienza a largo spettro, senza alcun confine tra ambiti andando ad interessare per le immancabili ricadute anche discipline non scientifiche e trovando quindi una collocazione in un più ampio ideale di “Culturewatching” visto come amore per la conoscenza. Siamo tecnici nell’anima e quindi, pur non disdegnando assolutamente il piacere di una libera e disimpegnata dissertazione, rimandiamo il detto piacere a spazi, modalità e momenti diversi e più consoni, limitandoci, dopo aver già speso qualche riga per chiarire origini e finalità dello “sciencewatching”, a fornire ancora un ultimo elemento. Infatti, come in ogni buona pratica che si rispetti, anche noi abbiamo cercato (tra i molti possibili) un potenziale personaggio e/o aneddoto ispiratore/i dello “sciencewatching”, e abbiamo identificato ciò in (nell’ignaro…) Laszlo Birò e nella sua famosa ed al momento ineguagliata invenzione/scoperta.